Speciale Print Puntata 1
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Ci si deve chiedere in primo luogo: partecipata con chi, come e perchè? Partecipata con le rappresentanze sociali dei cittadini residenti, in primo luogo, e a seguire con il sistema degli enti preposti allo sviluppo e al governo del territorio. Partecipata attraverso un articolato sistema di verifiche e sondaggi programmatici che prefigurano scenari possibili e sostenibili di trasformazione di quel particolare contesto urbano. Partecipata perché, quando si chiede ad un uomo comune di spiegare il termine “città”, la sua reazione è quasi sempre di imbarazzo, ed è errato interpretare tale reazione come indice d’ignoranza o di profonda saggezza, o di un concetto talmente assodato alla pubblica opinione da poter essere espresso in modo semplice e definitivo. Ciò in realtà rivela la sensazione che non c’è nulla da indagare in modo scientifico o separato (o da spiegare meglio rispetto a ciò che tutti attendono) e che il concetto di città è spiegato nei fatti stessi della vita organizzata in comunità operative.
Già all’inizio dell’ultimo decennio dell’ottocento, l’architetto Camillo Sitte suggeriva l’idea di spazio urbano come “negativo” dell’architettura della città, come lo spazio contenuto tra gli edifici e le cose che compongono il contesto, tanto che esso potrebbe essere pensato e progettato proprio come se si trattasse di “un monumento urbano”.
La qualità delle città è infatti data dalla qualità sociale e formale dei propri spazi pubblici, il rapporto, la misura e la capacità che gli stessi hanno di rigenerarsi, riqualificarsi nelle funzioni d’uso collettive, ogni volta rispetto a ritrovate esigenze sociali.
Ecco dunque che appare come questa parte di città dei “Print della città da ristrutturare”, come la chiama il Prg, sembra aver esaurito il suo compito funzionale (dal 1950 ad oggi) e dimostra socialmente e strutturalmente il bisogno di nuovi spazi e funzioni che ne rinnovino l’assetto urbanistico verso uno scenario differente di crescita sociale.
E’ prezioso e raro il concorso privato che questi interventi dimostrano: solo Pietralata è in grado di generare risorse per oltre 50 milioni di euro, un patrimonio enorme se si pensa al magro bilancio che tutta la città di Roma destina al fabbisogno. Si deve lavorare insieme per favorirne altri: la sola città di Roma prevede circa 190 Print.