Città Ibrida. Linee Guida della rigenerazione energetica della città diffusa
Non c’è altra condizione umana così poliforme come la città. L’attuale modello di sviluppo urbano consuma il 60% dell’energia prodotta ed il 70% delle risorse mondiali; la città rappresenta oggi la principale fonte di inquinamento ambientale e causa del riscaldamento globale.
LE CITTÀ SONO STRUTTURE IBRIDE. Ibride di funzioni, di attori, di sistemi tecnologici. Nell’accezione comune è ibrido il non perfettamente definito; è tempo di agire con gli strumenti messi a disposizione dalla ricerca e dal mercato, con azioni integrate, per lo sviluppo e per il welfare.
La città diffusa, patchwork indistinto di funzioni diverse e di diversa scala, interrelazione di realtà sociali di diversa natura, rappresenta una delle forme umane contemporanee più inefficienti, per sua caratterizzazione il migliore campo di sperimentazione/ibridazione di nuove forme produttive e dell’abitare, un’opportunità da non perdere. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito probabilmente al peggior trend negativo nel settore delle nuove costruzioni dal dopoguerra. Il parco di abitazioni residenziali (circa 30 milioni di unità in Italia) è costituito per oltre il 70% da immobili con più di 40 anni e pessime condizioni architettoniche, strutturali, impiantistiche ed energetiche.
Il tema della riqualificazione/riconversione energetica coinvolge quindi la stragrande maggioranza delle nostre città e diventa necessariamente un tema che implica la scala urbana con la sua specificità. Il passaggio necessario da fare è allora quello dalla scala dell’edificio, per la quale la sperimentazione tecnologica è avviata da tempo e sufficientemente avanzata, alla scala urbana e del quartiere. Le amministrazioni locali, in quanto livello governativo più vicino ai cittadini, sono chiamate ad affrontare le questioni inerenti il clima in maniera globale. Sempre più città accettano di raccogliere la sfida, come dimostra il crescente numero di firmatari del Patto dei Sindaci, tra le quali oltre 3.000 comuni italiani e l’adozione di strumenti come il PAES (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile.
LE ISTITUZIONI, I PROFESSIONISTI , LE IMPRESE, figure impegnate sui temi dell’edilizia, dell’urbanistica e dell’economia territoriale, sono chiamate al confronto e all’azione, per corrispondere all’esigenza di trasformare le reciproche conoscenze in cultura diffusa, condivisa e applicabile nell’immediato. Le sfide per gli operatori, o meglio per gli STAKEHOLDER (soggetti influenti nei confronti di un’iniziativa economica, sia essa un’azienda o un progetto), sono orientate alla riqualificazione del patrimonio pubblico e privato esistente, e per la nuova edificazione, sono sfide verso la crescita prestazionale del patrimonio città, dall’unità al sistema. Le scelte attese ed orientate più sulla città, nelle parti che la compongono, che sull’edificio: IMPIANTI, RETI, PROCESSI e SISTEMI: dalla CASA al QUARTIERE.
Bisogna operare per ibridazione – nello sviluppo e nell’uso della città contemporanea – è atto dovuto di riconoscibilità delle condizioni in essere, che, se ha da poco risolto le condizioni di reciproca conoscenza, ancora non ha evaso le ragioni di una chiara comunicazione verso la società di persone, che vive gli spazi e gli edifici cittadini, al fine di condividere la cultura del bene collettivo. In questo contesto, le città italiane, grandi – medie – piccole, con il patrimonio di risorse che contengono, sono esemplari di una ibridazione mutante.
Le indicazioni e gli obiettivi contenuti dai protocolli internazionali da cui spesso derivano le politiche locali di contenimento energetico (protocollo di Kyoto, Patto dei Sindaci, Carta di Aalborg) si pongono in un ambito globale la cui declinazione locale rimane ancora troppo generale e poco percepibile. Si è manifestata oramai da diversi anni la necessità di perseguire l’obiettivo della Rigenerazione urbana, soprattutto nella città diffusa, attraverso normative e azioni dirette/concrete che non suppongano l’utilizzo di tecnologie e strategie lontane dall’uso corrente, bensì perseguirlo attraverso l’uso del mezzo quotidiano per il raggiungimento dell’equilibrio energetico e dell’equilibrio del sistema città come obiettivo finale. Passo cruciale per il raggiungimento di tali obiettivi è l’efficientamento del patrimonio edilizio, inteso come miglioramento delle caratteristiche tecnologiche degli edifici ai fini della riduzione del consumo energetico e della sua rigenerazione intesa come miglioramento della qualità edilizia complessiva, architettonica, del comfort abitativo e del suo valore economico finale.
Equilibrio del sistema città, pianificazione, programmazione e realizzazione di città non solo sostenibili, ma soprattutto resilienti, in grado di rispondere concretamente alle sfide del futuro, di resistere alle sollecitazioni impulsive, capaci di adattarsi alle esigenze della collettività e alle trasformazioni. Città resilienti, sistemi urbani che non si limitano ad adeguarsi ai cambiamenti climatici, ma si modificano progettando risposte sociali, economiche ed ambientali innovati. La città ibrida, di funzioni, di attori, di sistemi tecnologici, intraprenda il passaggio dal modello di Riqualificazione a quello di Rigenerazione che coinvolga attivamente la collettività.
Primo Incontro, Roma - 16 maggio 2014 - Video di presentazione